“Hey Jude” è uno strepitoso successo dei Beatles, pubblicato nel 1968. La registrazione fu produttiva di aneddoti come, ad esempio, le volgarità scappate a John Lennon intorno al terzo minuto dell’esecuzione, il litigio fra Paul McCartney e George Harrison per divergenze sull’arrangiamento e il rifiuto di un orchestrale a battere le mani ed a unirsi al coro.
La sua durata, sette minuti e undici secondi, non aveva precedenti per una canzone pop e la singolare caratteristica del coro finale, lungo quattro minuti circa, richiese la presenza di un’orchestra formata da dieci violini, tre viole, tre violoncelli, due flauti, due contrabbassi, un clarinetto basso, un fagotto, un controfagotto, due clarinetti, quattro tromboni, quattro trombe, due corni, una percussione.
Sebbene non fosse una persona religiosa, McCartney crebbe cantando nel coro dei ragazzi e suonò le campane in una chiesa anglicana. E non ci sarebbe da stupirsi se avesse cantato un pezzo liturgico del 1907 scritto dal compositore inglese John Ireland chiamato “Te Deum”.
Se si ascolta l’inizio del “Te deum”, infatti, è chiaro che McCartney ha inconsciamente attinto a queste prime note quando ha scritto “Hey Jude”. Naturalmente, nessuna parola in merito….