“Nessuno mi può giudicare” è un brano di Caterina Caselli che partecipò al Festival di Sanremo del 1966 classificandosi in seconda posizione.
Nell’importante frase musicale contenuta nell’inciso della canzone, si individua con facilità una somiglianza (diciamo che è uguale) con la melodia presente nella canzone napoletana “Fenesta ca lucive”, pubblicata nel 1842 (e quindi di pubblico dominio) dalle edizioni “Girard” come opera di Guglielmo Cottrau, noto editore di melodie napoletane, di Vincenzo Bellini per la musica e di Giulio Genoino.
Più in là con gli anni l’autore Lorenzo Pilat, in arte Pilade, in una trasmissione televisiva, ammise la vera identità delle prime battute del pezzo della Caselli, sia pure con un ritmo accelerato ed abbreviato, e che tuttavia possiede una sua ritmica originale e differente con la suddetta canzone napoletana.
A ben pensarci, se tralasciamo i ritmi diversi e alcune note ribattute della melodia, la canzone sopravvive ancora a se stessa controbattendo le accuse di plagio.