Nel 1963 la canzone vincitrice del Festival di Sanremo “Uno per tutte”, interpretata da Tony Renis, fu accusata di plagio dal maestro Pasquale Frustaci, autore di colonne sonore e canzoni di successo dell’epoca, il quale sosteneva che la vincitrice di Sanremo era un copia e incolla di una sua canzone di quindici anni prima, “Noi siamo quelli dello sci-sci” (nel nostro confronto, la versione di Natalino Otto).
A sostenere la tesi di Frustaci fu una commissione composta da otto musicisti che confermavano l’identità di molte battute iniziali ricorrenti per tutto il brano, mentre in difesa di Renis si schierarono altrettanti musicisti, compositori di colonne sonore e direttori d’orchestra, che riconobbero l’esistenza di una somiglianza ma affermarono che non era plagio in quanto Frustaci e Renis si erano serviti di una canzone di pubblico dominio, o meglio, appartenente al patrimonio internazionale della canzone e che, pertanto, non poteva essere tutelata dal diritto d’autore.
Inoltre, gli editori di Renis supportarono la difesa consegnando una compilation musicale che raggruppava una lunga serie di motivi nei quali ricorre la frase incriminata.
Dopo neanche 3 mesi dal deposito della querela, il verdetto di assoluzione per Tony Renis.