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Musica in crisi

Aperto da c_d_m, 16 Gennaio 2008, 09:52:22

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Non basta avere sotto contratto star del calibro di Robbie Williams, i Coldplay, Kylie Minogue o Norah Jones: il colosso discografico Emi, storica casa dei Beatles e dei Rolling Stones, è sull'orlo del collasso. Il nuovo proprietario dell'etichetta, il fondo di investimento Terra Firma, ha annunciato il taglio di 1.500-2.000 dipendenti sui 4.500 attualmente impiegati in tutto il mondo.
La ristrutturazione della terza major discografica mondiale, dopo Universal e Sony-Bmg, dovrebbe consentire un risparmio di 265 milioni di euro all'anno.


Anche se i nuovi azioniosti parlano di "riposizionamento" sul mercato, la Emi sembra destinata a pagare a caro prezzo la decisione di aver ceduto a Terra Firma il pacchetto di maggioranza per 4,2 miliardi di euro invece di cercare un'intesa con l'americana Warner, quarta label del mercato mondiale, per contrastare la fusione fra Sony e Bmg.

La crisi della Emi è emblematica di un business, quello discografico, che è stato messo pesantemente in discussione dalla diffusione di internet. E non stiamo parlando (solo) di pirateria: la diffusione della musica online ha definitivamente convinto i consumatori dell'inutilità di sborsare cifre elevate per acquistare cd nei quali, nei casi migliori, sono contenuti al massimo due-tre brani interessanti.
E inizia la fuga degli artisti: Robbie Williams, deluso dalle nuove strategie aziendali, ha già fatto sapere di non voler pubblicare il prossimo album per la Emi, e il suo manager ha definito il presidente Guy Hands "uno schiavista".

(Libero News)
Carpe diem quam minimum credula postero

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