Schönberg ha sempre teorizzato (e applicato) il suo metodo di composizione con 12 note imparentate solo le une alle altre, creando una serie, una successione di 12 suoni che esaurisca il totale cromatico. Spesso la serie delle 12 note è suddivisa in parti più piccole o in gruppi di tre, quattro, sei note.
La composizione musicale, quindi, è basata sull'impiego sistematico della serie, sia orizzontale che verticale, e sul classico principio della variazione.
Questo tipo di struttura musicale comporta l'assenza di un centro tonale riconoscibile, poiché nessuno dei 12 suoni della serie viene impiegato con frequenza maggiore degli altri. Poiché però il riconoscimento di un centro tonale non dipende solo dalla frequenza di apparizione della nota (ma anche dalle particolari successioni orizzontali e verticali adoperate) anche nella musica dodecafonica si avvertono (e nelle opere di Schoenberg sono sfruttati intensivamente) residui di forza armonica tonale nei singoli passaggi accordali.
terapia d'urto? no... solo un tentativo di accostare le scoperte espressive della musica contemporanea, in particolare della musica espressionista.
La composizione musicale, quindi, è basata sull'impiego sistematico della serie, sia orizzontale che verticale, e sul classico principio della variazione.
Questo tipo di struttura musicale comporta l'assenza di un centro tonale riconoscibile, poiché nessuno dei 12 suoni della serie viene impiegato con frequenza maggiore degli altri. Poiché però il riconoscimento di un centro tonale non dipende solo dalla frequenza di apparizione della nota (ma anche dalle particolari successioni orizzontali e verticali adoperate) anche nella musica dodecafonica si avvertono (e nelle opere di Schoenberg sono sfruttati intensivamente) residui di forza armonica tonale nei singoli passaggi accordali.
terapia d'urto? no... solo un tentativo di accostare le scoperte espressive della musica contemporanea, in particolare della musica espressionista.