Dopo la minaccia di denuncia per plagio nel 1967 ai danni del brano “Pietre” di Antoine, chiusa grazie alla trattative dell’editore Piero Leonardi, l’anno successivo lo stesso editore fu ancora tra i protagonisti di un provvidenziale accomodamento per evitare un’accusa di plagio ai danni, nuovamente, del cantante Antoine.
Nel mirino, la canzone “La tramontana” firmata da Mario Panzeri e Daniele Pace, due dei compositori più famosi in quegli anni.
A reclamare il plagio fu il trombettista Gastone Parigi che riscontrava nella canzone forti analogie con il suo brano strumentale “Eddy” pubblicato nel 1961.
Nessun ricorso alla carta bollata: i rispettivi editori, Ladislao Sugar per “La tramontana” e Piero Leonardi per “Eddy” trovarono rapidamente un accordo esauriente.
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La tramontana (1968) vs Eddy (1961) - Antoine vs Gastone Parigi ed il suo quintetto
Nel 1997 il simpatico cantante genovese Francesco Baccini, a sorpresa, si presentò al Festival di Sanremo con il brano “Senza tu”, parodia ironica dei brani tipicamente sanremesi.
La canzone è stata scritta dall’interprete assieme a Fio Zanotti e Giorgio Conte e metà del motivo è una palese citazione di “Can’t help falling in love”, cavallo di battaglia anni Sessanta di Elvis Presley che gli autori Luigi Creatore, Hugo Peretti e George David Weiss avevano copiato di sana pianta da “Plaisir d’amour”, la romanza composta nel 1785 dal musicista tedesco Giovanni Paolo Egidio Martini.
Ovviamente tutto in pubblico dominio quindi destinato al libero saccheggio.
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Senza tu (1997) vs Can't help falling in love (1961) - Francesco Baccini vs Elvis Presley
“Pa’ diglielo a ma’” è una canzone che fu presentata al Festival di Sanremo 1970 da Ron (che con questo brano debuttò col suo nome di battesimo, Rosalino, a 16 anni) in doppia esecuzione con la sua coetanea Nada. In questa edizione fu reso pubblico un esposto per plagio, quello di Gianfranco Intra e Franco Boldrini contro la suddetta canzone.
Il compositore di colonne sonore cinematografiche Gianfranco Intra, infatti, lamentava la somiglianza del brano sanremese con la sua “Fogli di quaderno”, affidata all’esecuzione del gruppo I Califfi nel concorso “Un disco per l’estate” del 1969.
Il gruppo autoriale di “Pa’ diglielo a ma’” era prestigioso: accanto a Jimmy Fontana e Franco Migliacci che firmavano ufficialmente la canzone, militavano due elementi di vertice della Rca Italiana: l’arrangiatore Italo “Lilli” Greco e l’editore Mario Cantini, entrambi indicati come compositori originali nel deposito Siae pur non figurando nell’etichetta del disco.
In questo caso la vicenda si concluse con un accordo privato.
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Pa' diglielo a ma' (1970) vs Fogli di quaderno (1969) - Nada vs I Califfi
Il maestro Nino Rota, tra i più influenti e prolifici della storia del cinema e con prestigiosissime collaborazioni con numerosi registi di fama internazionale, è stato spesso trascinato in accuse di autoplagio e di essersi trovato in circostanze (o coincidenze) che hanno generato confronti tra i suoi lavori e quelli degli altri.
E bisogna dare anche per scontato che sono numerose le coincidenze fra le musiche dei film e i riferimenti a repertori di musica classica.
Persino la popolare canzone “Viva la pappa col pomodoro”, canzone del 1965 scritta in coppia con Lina Wertmüller e cantata dalla simpatica Rita Pavone, fu comparata con una canzone dello stesso periodo, Rosy and John, interpretata dalla popstar francese Gilbert Becaud e scritta da Maurice Vitalin.
Nel finale della canzone di Becaud compare la melodia principale di “Viva la pappa col pomodoro”. Ed è inutile chiedersi chi fu il primo a inventarla: qualcuno scoprirebbe di trovare una precedente paternità, a conferma che la musica pop sia ormai un’incontrollabile babele di richiami e combinazioni.
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Viva la pappa col pomodoro (1965) vs Rosy and John (1964) - Rita Pavone vs Gilbert Becaud
Nel 2012 i Muse pubblicarono il loro sesto album, “The 2nd Law”, contenente il brano “Explorers” scritto dal front-man Matthew Bellamy.
Premettendo che, in un’intervista, il gruppo affermò che l’intero album incorpora elementi provenienti dal rock sinfonico, dubstep e dal synth pop e che sono presenti sonorità che ricordano Queen, U2, INXS e Led Zeppelin, è davvero impossibile ascoltare “Explorers” senza irrompere in un brano dei Queen.
Il richiamo (volontario?) di un passaggio con una linea di “Don’t stop me now” dei Queen, sarebbe più che sufficiente per chiamare in causa gli eredi di Freddie Mercury, anche perché le firme sui depositi dei brani sono diverse.
Ma questa, è un’altra storia….
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Explorers (2012) vs Don't stop me now (1979) - Muse vs Queen
Festival di Sanremo. Sempre questo Festival, artefice dei plagi impensabili….
Questa volta, con il brano “Questa volta” (scusate il gioco di parole), Bobby Solo tornò a gareggiare al Festival dopo la vittoria dell’anno precedente. Il brano si muove perfettamente sull’armonia di un brano del 1937 “That’s when your heartaches begin” degli The Ink Spots, coverizzato brillantemente nel 1957 dal re del rock Elvis Presley.
Se prendessimo per il confronto il brano di Elvis, noteremmo persino gli stessi accordi ma PlagiMusicali.Net ha preferito accostare il brano di Solo con l’originale interpretato dai The Ink Spots.
Non ci fu nessuna protesta da parte degli autori e degli editori originali, a ulteriore conferma, probabilmente, dei fantastici editori della Ricordi.
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Questa volta (1966) vs That's when your heartaches begin (1937) - Bobby Solo vs The Ink Spots
Nel 1963 la canzone vincitrice del Festival di Sanremo “Uno per tutte”, interpretata da Tony Renis, fu accusata di plagio dal maestro Pasquale Frustaci, autore di colonne sonore e canzoni di successo dell’epoca, il quale sosteneva che la vincitrice di Sanremo era un copia e incolla di una sua canzone di quindici anni prima, “Noi siamo quelli dello sci-sci” (nel nostro confronto, la versione di Natalino Otto).
A sostenere la tesi di Frustaci fu una commissione composta da otto musicisti che confermavano l’identità di molte battute iniziali ricorrenti per tutto il brano, mentre in difesa di Renis si schierarono altrettanti musicisti, compositori di colonne sonore e direttori d’orchestra, che riconobbero l’esistenza di una somiglianza ma affermarono che non era plagio in quanto Frustaci e Renis si erano serviti di una canzone di pubblico dominio, o meglio, appartenente al patrimonio internazionale della canzone e che, pertanto, non poteva essere tutelata dal diritto d’autore.
Inoltre, gli editori di Renis supportarono la difesa consegnando una compilation musicale che raggruppava una lunga serie di motivi nei quali ricorre la frase incriminata.
Dopo neanche 3 mesi dal deposito della querela, il verdetto di assoluzione per Tony Renis.
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Uno per tutte (1963) vs Noi siamo quelli dello sci-sci (1948) - Tony Renis vs Natalino Otto
Il 1996 lo stupendo film “Il postino” ricevette il premio oscar per la migliore colonna sonora, scritta da Luis Bacalov. La statuetta generò un conflitto severo e doloroso tra due straordinari artisti, la cui alleanza ultradecennale aveva prodotto capolavori indimenticati della musica pop, quali l’arrangiamento di “Io che amo solo te”.
Oggetto dello scontro, il brano “Nelle mie notti”, contenuta nella raccolta “La voce dell’uomo”, brani che Sergio Endrigo fece ascoltare a Bacalov perché doveva essere ancora lui ad arrangiare il nuovo album ma che, per una serie di impegni, non fu possibile.
Ma probabilmente proprio l’aria di “Nelle mie notti” lasciò il segno nella memoria artistica di Bacalov, il quale vent’anni dopo, nel comporre la colonna sonora del film, ripropose alcune di quelle misure melodiche e la stessa armonia sviluppate in una partitura ampia e decisamente incantevole.
Come detto sopra, l’Oscar dette inizio ai guai di Luis Bacalov, che si trovò improvvisamente a rispondere dell’accusa di plagio denunciato da Endrigo, Del Turco e Margheri.
La causa civile fu intrapresa, con una richiesta di risarcimento per l’ispirazione diventata premio Oscar quantificata in 10 miliardi di lire. Seguì la solita trafila giudiziaria con due sentenze, la prima a favore di Bacalov, la seconda invece favorevole ai tre querelanti, con successivo rinvio in Appello deciso dalla Cassazione.
Soltanto nel 2013, a otto anni dalla scomparsa di Endrigo e diciassette dopo l’avvio della causa, le parti raggiunsero un accordo grazie alla Sugar Music che, nel frattempo, aveva acquisito i diritti de Il postino. Furono infatti i nuovi editori a convincere il compositore ad accettare la transazione che consentì di sbloccare il monumentale flusso dei proventi congelati dal 1996 per la vertenza di plagio
Bacalov, quindi, accettò di riconoscere la co-paternità della musica, mettendo così termine al rimpallo tra aule giudiziarie.
Due anni di silenzio e sulla questione si riaccesero i riflettori con la pubblicazione dell’album “Cinema” di Andrea Bocelli, nel quale comparve un brano, “Mi mancherai”, oggetto della lunga lite giudiziaria. Ma fortunatamente, i credits di “Mi mancherai” furono aggiornati in osservanza dell’accordo stragiudiziale.
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Il postino (1994) vs Nelle mie notti (1974) - Luis Bacalov vs Sergio Endrigo
Alex Wyse è un giovane cantautore italiano che conta decine e decine di milioni di streaming sulle piattaforme digitali.
Selezionato tra i concorrenti di “Amici 2022”, ha racimolato in pochissimo tempo importanti consensi grazie a concerti in tutta Italia, primi posti nella classifica FIMI e un disco d’oro per il suo singolo “Sogni al cielo”.
Un utente di PlagiMusicali.Net ci ha fatto notare che dal 1° dicembre 2023 è in rotazione radiofonica il nuovo singolo di Wyse dal titolo “La mia canzone per te”, scritta insieme a Ermal Meta, straordinariamente somigliante al brano “I try” della cantante statunitense Macy Gray.
Ascoltando i ritornelli, infatti, è possibile notare la particolare somiglianza tra le due strutture armoniche, i medesimi accordi ma soprattutto la melodia, con molti punti in comune nelle prime 7 battute.
Cosa dire… attendiamo eventuali sviluppi!
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La mia canzone per te (2023) vs I try (1999) - Alex Wyse vs Macy Gray
Nel 2004 Biagio Antonacci pubblicò l’album “Convivendo – Parte I”, dal quale fu estratto come terzo singolo “Mio padre è un re”. Il brano è stato scritto da Antonacci e co-prodotto insieme a Steve De Maio.
Dieci anni dopo gli utenti del web segnalarono una particolare somiglianza tra il suddetto brano con “Bimba mia”, interpretata nel 1985 da Paolo Mengoli, lato B del 45 giri “Bella tu/Bimba mia” (Regina Records).
A ben vedere, lo stile compositivo di Antonacci è comune in parecchie sue canzoni e con “Mio padre è un re” rischiò anche una causa per plagio da parte di Mengoli. Come riferito da quest’ultimo, ascoltando la prima volta il pezzo di Antonacci, si pensò ad una sorta di cover di “Bimba mia”.
Successivamente, l’editore di Mengoli commissionò una perizia ad un esperto di vertenze per plagi musicali, che scoraggiò l’artista bolognese in quanto la sequenza melodico-armonica, che si riteneva oggetto di contraffazione, non aveva sufficienti elementi distintivi di originalità.
La “classica” frase che stiamo leggendo sempre più spesso.
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Mio padre è un re (2004) vs Bimba mia (1985) - Biagio Antonacci vs Paolo Mengoli
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