Nel 2012 i Muse pubblicarono il loro sesto album, “The 2nd Law”, contenente il brano “Explorers” scritto dal front-man Matthew Bellamy.
Premettendo che, in un’intervista, il gruppo affermò che l’intero album incorpora elementi provenienti dal rock sinfonico, dubstep e dal synth pop e che sono presenti sonorità che ricordano Queen, U2, INXS e Led Zeppelin, è davvero impossibile ascoltare “Explorers” senza irrompere in un brano dei Queen.
Il richiamo (volontario?) di un passaggio con una linea di “Don’t stop me now” dei Queen, sarebbe più che sufficiente per chiamare in causa gli eredi di Freddie Mercury, anche perché le firme sui depositi dei brani sono diverse.
Ma questa, è un’altra storia….
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Explorers (2012) vs Don't stop me now (1979) - Muse vs Queen
Festival di Sanremo. Sempre questo Festival, artefice dei plagi impensabili….
Questa volta, con il brano “Questa volta” (scusate il gioco di parole), Bobby Solo tornò a gareggiare al Festival dopo la vittoria dell’anno precedente. Il brano si muove perfettamente sull’armonia di un brano del 1937 “That’s when your heartaches begin” degli The Ink Spots, coverizzato brillantemente nel 1957 dal re del rock Elvis Presley.
Se prendessimo per il confronto il brano di Elvis, noteremmo persino gli stessi accordi ma PlagiMusicali.Net ha preferito accostare il brano di Solo con l’originale interpretato dai The Ink Spots.
Non ci fu nessuna protesta da parte degli autori e degli editori originali, a ulteriore conferma, probabilmente, dei fantastici editori della Ricordi.
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Questa volta (1966) vs That's when your heartaches begin (1937) - Bobby Solo vs The Ink Spots
Nel 1963 la canzone vincitrice del Festival di Sanremo “Uno per tutte”, interpretata da Tony Renis, fu accusata di plagio dal maestro Pasquale Frustaci, autore di colonne sonore e canzoni di successo dell’epoca, il quale sosteneva che la vincitrice di Sanremo era un copia e incolla di una sua canzone di quindici anni prima, “Noi siamo quelli dello sci-sci” (nel nostro confronto, la versione di Natalino Otto).
A sostenere la tesi di Frustaci fu una commissione composta da otto musicisti che confermavano l’identità di molte battute iniziali ricorrenti per tutto il brano, mentre in difesa di Renis si schierarono altrettanti musicisti, compositori di colonne sonore e direttori d’orchestra, che riconobbero l’esistenza di una somiglianza ma affermarono che non era plagio in quanto Frustaci e Renis si erano serviti di una canzone di pubblico dominio, o meglio, appartenente al patrimonio internazionale della canzone e che, pertanto, non poteva essere tutelata dal diritto d’autore.
Inoltre, gli editori di Renis supportarono la difesa consegnando una compilation musicale che raggruppava una lunga serie di motivi nei quali ricorre la frase incriminata.
Dopo neanche 3 mesi dal deposito della querela, il verdetto di assoluzione per Tony Renis.
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Uno per tutte (1963) vs Noi siamo quelli dello sci-sci (1948) - Tony Renis vs Natalino Otto
Il 1996 lo stupendo film “Il postino” ricevette il premio oscar per la migliore colonna sonora, scritta da Luis Bacalov. La statuetta generò un conflitto severo e doloroso tra due straordinari artisti, la cui alleanza ultradecennale aveva prodotto capolavori indimenticati della musica pop, quali l’arrangiamento di “Io che amo solo te”.
Oggetto dello scontro, il brano “Nelle mie notti”, contenuta nella raccolta “La voce dell’uomo”, brani che Sergio Endrigo fece ascoltare a Bacalov perché doveva essere ancora lui ad arrangiare il nuovo album ma che, per una serie di impegni, non fu possibile.
Ma probabilmente proprio l’aria di “Nelle mie notti” lasciò il segno nella memoria artistica di Bacalov, il quale vent’anni dopo, nel comporre la colonna sonora del film, ripropose alcune di quelle misure melodiche e la stessa armonia sviluppate in una partitura ampia e decisamente incantevole.
Come detto sopra, l’Oscar dette inizio ai guai di Luis Bacalov, che si trovò improvvisamente a rispondere dell’accusa di plagio denunciato da Endrigo, Del Turco e Margheri.
La causa civile fu intrapresa, con una richiesta di risarcimento per l’ispirazione diventata premio Oscar quantificata in 10 miliardi di lire. Seguì la solita trafila giudiziaria con due sentenze, la prima a favore di Bacalov, la seconda invece favorevole ai tre querelanti, con successivo rinvio in Appello deciso dalla Cassazione.
Soltanto nel 2013, a otto anni dalla scomparsa di Endrigo e diciassette dopo l’avvio della causa, le parti raggiunsero un accordo grazie alla Sugar Music che, nel frattempo, aveva acquisito i diritti de Il postino. Furono infatti i nuovi editori a convincere il compositore ad accettare la transazione che consentì di sbloccare il monumentale flusso dei proventi congelati dal 1996 per la vertenza di plagio
Bacalov, quindi, accettò di riconoscere la co-paternità della musica, mettendo così termine al rimpallo tra aule giudiziarie.
Due anni di silenzio e sulla questione si riaccesero i riflettori con la pubblicazione dell’album “Cinema” di Andrea Bocelli, nel quale comparve un brano, “Mi mancherai”, oggetto della lunga lite giudiziaria. Ma fortunatamente, i credits di “Mi mancherai” furono aggiornati in osservanza dell’accordo stragiudiziale.
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Il postino (1994) vs Nelle mie notti (1974) - Luis Bacalov vs Sergio Endrigo
Alex Wyse è un giovane cantautore italiano che conta decine e decine di milioni di streaming sulle piattaforme digitali.
Selezionato tra i concorrenti di “Amici 2022”, ha racimolato in pochissimo tempo importanti consensi grazie a concerti in tutta Italia, primi posti nella classifica FIMI e un disco d’oro per il suo singolo “Sogni al cielo”.
Un utente di PlagiMusicali.Net ci ha fatto notare che dal 1° dicembre 2023 è in rotazione radiofonica il nuovo singolo di Wyse dal titolo “La mia canzone per te”, scritta insieme a Ermal Meta, straordinariamente somigliante al brano “I try” della cantante statunitense Macy Gray.
Ascoltando i ritornelli, infatti, è possibile notare la particolare somiglianza tra le due strutture armoniche, i medesimi accordi ma soprattutto la melodia, con molti punti in comune nelle prime 7 battute.
Cosa dire… attendiamo eventuali sviluppi!
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La mia canzone per te (2023) vs I try (1999) - Alex Wyse vs Macy Gray
Nel 2004 Biagio Antonacci pubblicò l’album “Convivendo – Parte I”, dal quale fu estratto come terzo singolo “Mio padre è un re”. Il brano è stato scritto da Antonacci e co-prodotto insieme a Steve De Maio.
Dieci anni dopo gli utenti del web segnalarono una particolare somiglianza tra il suddetto brano con “Bimba mia”, interpretata nel 1985 da Paolo Mengoli, lato B del 45 giri “Bella tu/Bimba mia” (Regina Records).
A ben vedere, lo stile compositivo di Antonacci è comune in parecchie sue canzoni e con “Mio padre è un re” rischiò anche una causa per plagio da parte di Mengoli. Come riferito da quest’ultimo, ascoltando la prima volta il pezzo di Antonacci, si pensò ad una sorta di cover di “Bimba mia”.
Successivamente, l’editore di Mengoli commissionò una perizia ad un esperto di vertenze per plagi musicali, che scoraggiò l’artista bolognese in quanto la sequenza melodico-armonica, che si riteneva oggetto di contraffazione, non aveva sufficienti elementi distintivi di originalità.
La “classica” frase che stiamo leggendo sempre più spesso.
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Mio padre è un re (2004) vs Bimba mia (1985) - Biagio Antonacci vs Paolo Mengoli
“Chariots of fire” è un tema strumentale scritto dal compositore e polistrumentista greco Vangelis per la colonna sonora del film omonimo del 1981.
Il successo di questo brano supererà qualsiasi aspettativa: sarà eseguito da numerosi artisti, verrà utilizzato per vari programmi televisivi, soprattutto eventi sportivi, e vincerà persino un premio Oscar quale tema principale della colonna sonora dell’omonimo film, scritta sempre da Vangelis.
La canzone fu accusata di aver plagiato un altro brano composto dal collega compositore greco Stavros Logaridis chiamato “City of violets”, utilizzato nel 1975 per una serie televisiva relativa alla Grecia antica.
A pronunciarsi nel 1987 fu il tribunale di Londra. Vangelis cercò di convincere il giudice che non aveva avuto l’opportunità di ascoltare il pezzo di Logaridis prima di comporre “Chariots of fire” dimostrando, con soddisfazione del giudice, che la sequenza musicale chiave, l’unica in cui il giudice ha notato una chiara somiglianza tra le due composizioni, era già comune nella musica.
Dopo solo due settimane il giudice assolse Vangelis, sentenziando che “esistono delle somiglianze, ma sono lievi e si tratta probabilmente di una coincidenza”.
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Chariot of fire (1981) vs The city of violets (1975) - Vangelis vs Stavros Logaridis
Nel 1975 Ronald H. Selle, un insegnante di musica, scrisse una canzone intitolata “Let it end” per la quale gli fu concesso il copyright il 17 novembre dello stesso anno dall’Ufficio del copyright degli Stati Uniti. La canzone fu spedita a quattordici editori musicali, nessuno rispose e 3 di loro restituirono il materiale.
Nel maggio del 1978 Selle riconobbe la sua melodia in una canzone, “How deep is your love”, glorioso tema del film “La febbre del sabato sera”.
E da qui iniziò una causa presso il tribunale distrettuale dell’Illinois negli Stati Uniti contro Barry, Robin e Maurice Gibb (i Bee Gees), il distributore della loro etichetta discografica Polygram e la Paramount Pictures di appropriazione indebita e violazione del copyright.
Il tutto si concluse nel 1983. I periti dell’accusa dimostrarono che la somiglianza fra i due brani risultava in 8 misure per una sequenza di 35 note ma i giudici accolsero la tesi della difesa dei Bee Gees, improntata sostanzialmente sull’assenza della prova che i fratelli Gibb avessero effettivamente ascoltato il brano di Selle prima di scrivere la loro canzone.
E così i Bee Gees furono assolti.
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How deep is your love (1977) vs Let it end (1975) - Bee Gees vs Ronald Selle
La sigla del TG1, il notiziario televisivo a cura della redazione giornalistica della RAI, è stato composto nel 1952 da Egidio Storaci, direttore d’orchestra e compositore italiano. Ma non tutti sanno che la musica di del più popolare dei telegiornali è un’astuta rivisitazione nata sulle note di una canzone messicana.
Lo storico motivetto musicale, andato in onda per la prima volta il 9 settembre del 1952 sulla rete ammiraglia (per la quale l’editore addetto alle musiche era un certo Alberto Curci), nel corso degli anni è rimasto pressoché invariato, seppur soggetto a riarrangiamenti e abbreviazioni.
Per confezionare la sigla dell’allora debuttante notiziario televisivo, Storaci elaborò le prime note di “Cuando vuelva a tu lado”, canzone scritta nel 1934 dalla compositrice messicana Maria Grever.
Come riporta il libro dell’amico Michele Bovi “Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles”, la somiglianza fra i due “ganci” iniziali si fece temibile quando il brano della Grever fu inciso nel 1959 in inglese da Dinah Washington con il titolo “What a difference a day makes”.
Ma l’abilità dell’editore italiano (che nell’archivio Siae, oggi, risulta come autore del testo e subeditore sia di “Cuando vuelva a tu lado” che di “What a difference a day makes”) riuscì a schivare sconvenienti allusioni al plagio.
Curiose note finali
In archivio Siae il titolo “TG1” si trova come “Sigla Telegiornale” con il solo credito attribuito al compositore Egidio Storaci;
Il repertorio musicale di Maria Grever era gestito in Italia dall’editore Curci.
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Sigla TG1 (1952) vs Cuando vuelva a tu lado (1934) - Egidio Storaci vs Maria Grever
Nel 2017 Ed Sheeran fu accusato di plagio: il suo enorme successo titolato “Thinking out loud“ sarebbe stato copiato dal brano “Let’s get it on” di Marvin Gaye. Le accuse furono lanciate, all’epoca dei fatti, direttamente dagli eredi di Ed Townsend, il paroliere che scrisse il testo del brano uscito nel 1973.
Il cantante britannico, inoltre, fu accusato anche di aver continuato a esibirsi con “Thinking out loud“ nonostante fosse stato informato della presunta violazione del copyright.
E da qui iniziò la battaglia che durò diversi anni (con la richiesta di risarcimento di 100 milioni di dollari), fino a quando un giudice federale americano, a seguito della respinta della richiesta da parte dei legali del cantante di archiviare il caso, invitò Sheeran a comparire in aula nel 2023.
Gli avvocati di Ed Sheeran, da sempre, respinsero tutte le accuse pur ammettendo che “entrambi le canzoni hanno punti strutturali comuni, i frammenti ritenuti rubati non sono tali da garantire una richiesta di violazione del copyright”.
Da evidenziare la singolare scelta di Ed Sheeran di portare in tribunale la chitarra per suonare dal vivo gli accordi della sua canzone. “Traggo ispirazione da molte cose della mia vita e della mia famiglia”, disse Sheeran raccontando alla Corte federale che la canzone è stata ispirata dall’amore tra i suoi nonni e negando di essere stato influenzato dal noto brano di Gaye.
“La maggior parte delle canzoni pop può adattarsi alla maggior parte delle canzoni pop” aggiunse “se avessi fatto quello che mi state accusando di fare, sarei un vero idiota a salire su un palco di fronte a 20mila persone”.
La giuria newyorchese, dopo ciò, emise il verdetto: “ Thinking out loud “di Ed Sheeran non è copiata da “Let’s get it on” di Marvin Gaye.
La decisione fece seguito ad un lungo scambio di prove in cui entrambe le parti discussero sulla somiglianza di un’altra canzone con “Thinking out loud”, “Georgy girl”, un brano del 1967 del gruppo The Seekers che fu portato come ulteriore prova da un esperto musicologo per dimostrare che entrambe le canzoni utilizzano una progressione di accordi comune.
Ed è notizia del 2 novembre 2024 che Ed Sheeran vince anche in secondo grado a circa un anno di distanza dove lo stesso Sheeran era stato dichiarato non responsabile per aver copiato la canzone di Gaye.
La Corte d’appello degli Stati Uniti per il secondo grado, infatti, ha stabilito che il brano di Sheeran non viola il copyright del brano di Marvin Gaye, citando che le canzoni condividono solo i “fondamentali elementi musicali”, secondo quanto scrive Billboard, e affermando che la causa mirava a “ottenere il monopolio su una combinazione di due fondamentali elementi musicali” e che “né la melodia né il testo” avevano “alcuna somiglianza” con il brano di Gaye.
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Thinking out loud (2014) vs Let's get it on (1973) - Ed Sheeran vs Marvin Gaye
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