Amanda è libera (2011) vs Flatbush Waltz (1980) – Al Bano vs Andy StatmanAmanda è libera (2011) vs Flatbush Waltz (1980) – Al Bano vs Andy Statman
L’ex cantante de “La Oreja de Van Gogh”, ossia Amaia Montero, nel 2008 pubblicò un nuovo singolo dal titolo “Te voy a decir una cosa”, terzo singolo estratto dal suo omonimo album.
Il ritornello del brano somiglia molto pericolosamente all’intramontabile successo conosciuto in tutto il mondo, “Felicità”, lanciato al Festival di Sanremo del 1982 da Al Bano & Romina e classificandosi in seconda posizione.
Il fatto è che potrebbe sembrare un semplice “omaggio” alla coppia.
Ma l’omaggio, se così vogliamo chiamarlo in questo caso, deve sempre portare il nome o fare qualche menzione della persona che viene onorata, in virtù del fatto che entrambi i brani hanno la stessa struttura armonica, la stessa linea melodica per parecchie misure nonché la rilevante similitudine degli intervalli.
Ciò che potrebbe essere reale è che la Montero non lo abbia fatto intenzionalmente e ciò che potrebbe essere più vergognoso è che la casa discografica responsabile dell’uscita del brano (“Norte”, sottoetichetta della “Sony BMG”) non abbia detto a nessuno della somiglianza per non buttare nel cestino quanto fatto.
Questa somiglianza ha dato il via libera ad una delle più clamorose azioni giudiziarie mai avviate a tutela delle proprie canzoni, riguardante l’italiano Albano Carrisi e Michael Jackson.
Era il 1992 quando Albano Carrisi decise di denunciare Michael Jackson, sostenendo che “Will you be there” fosse un plagio della sua “I cigni di Balaka”, canzone incisa nel 1987. La denuncia fu fatta presso la sezione civile del Tribunale di Roma, che decise, nel 1994, di disporre il ritiro dal commercio in Italia dell’album “Dangerous”, di cui faceva parte “Will you be there”.
Nel 1997 Michael Jackson si presentò in aula per rispondere alle domande dei magistrati e dire la sua sulla vicenda e nella circostanza i periti incaricati stabilirono che le due canzoni avevano 37 note di seguito identiche nel ritornello, e quindi il plagio sussisteva. Michael Jackson dovette pagare ad Albano Carrisi la somma di 4 milioni di lire.
Ed ecco il colpo di scena. I legali di Jackson sostennero di fronte ai giudici che se Jackson aveva plagiato qualcuno era Eddie Lane e Don Baker, autori – circa sessant’anni prima – di “Bless you for being an angel”, un brano del 1939 portato al successo dagli Ink Spots ed ispirata a sua volta ad un canto dei nativi americani. Fu a quel punto che Sony Music Publishing, divisione editoriale della multinazionale, proprietaria dei diritti di “Bless you for being an angel”, decise di citare in giudizio sia Jackson che Al Bano. Alla fine Al Bano fu costretto a pagare le spese della causa sostenuta dalla Sony.
Due anni più tardi, però, il presidente di sezione Mario Frigenti condannò Jackson a pagare quattro milioni di lire e nove di spese processuali per violazione della legge sul diritto d’autore, una sentenza nuovamente ribaltata pochi mesi dopo dal Tribunale di Milano che ribadì che Jackson non aveva copiato “I cigni di Balaka”. Nel 2001, Jackson fu assolto dal reato di plagio anche a Roma.
*tratto da rockol.it